Nel 1972 Pier Luigi Mondani inventò la sincristallizzatrice, una saldatrice intra-orale che consente di solidarizzare tra loro i pilastri implantari (originariamente dati da viti monofasiche) attraverso barre o fili di titanio. Fino ad allora erano utilizzati fili metallici intrecciati e resine acriliche, con un procedimento laborioso e dai risultati incerti.
Con la nuova saldatrice intraorale si potevano facilmente unire, in pochi secondi, le parti emergenti degli impianti con fili di titanio, rendendo la struttura cosi creata eccezionalmente solida e praticamente immodificabile.
La sincristallizzatrice sfrutta l’effetto Joule, un fenomeno ben conosciuto in fisica: il passaggio di corrente in un conduttore produce calore in modo direttamente proporzionale alla resistenza offerta dal conduttore stesso.
Il cuore della sincristallizatrice è costituito da una pinza con ganasce di rame di uno spessore elevato (il rame è uno dei migliori conduttori presenti in natura), le ganasce afferrano le due parti in titanio che devono essere saldate.
Al passaggio della corrente, essendo il titanio un pessimo conduttore (alta resistenza), viene prodotto molto calore, proprio nell’interfaccia tra le due superfici di titanio, superando cosiÌ€ il punto di fusione del metallo. Le interfacce tra il titanio e il rame producono un calore trascurabile e ben assorbito dall’elevato spessore del rame.
Per ogni saldatura vengono prodotti due impulsi a brevissima distanza tra loro. Il primo, piuÌ€ debole, serve a rompere il reticolo cristallino del titanio. Il secondo, ad altissimo voltaggio per un tempo brevissimo, permette l’interdigitazione dei prismi del titanio (cristalli), che risultano cosiÌ€ solidarizzati dal processo definito sincristallizazione.
Recentemente stiamo assistendo ad una riscoperta della tecnica della saldatura intra-orale come dimostrano gli ormai numerosi lavori pubblicati sul tema.